La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale per tutte le aziende in quanto, oltre a consentire di evitare rischi per l’ambiente, sanzioni e danni di immagine, permette, in taluni casi, di trasformare un costo in una risorsa
Come classificare i rifiuti?
I rifiuti devo essere caratterizzati in base al ciclo produttivo che li origina. In base al ciclo produttivo il produttore determina se il prodotto di scarto rientra nella normativa per i rifiuti oppure no. Se deve essere applicata la normativa per i rifiuti, sempre basandosi sul ciclo produttivo, deve essere identificato il Codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) da attribuire al rifiuto che, può essere un codice non pericolo assoluto, un codice a specchio oppure un codice pericoloso.
Se il rifiuto ha un codice non pericolo assoluto la sua caratterizzazione può ritersi conclusa senza ulteriori analisi o valutazioni merceologiche a meno che queste non siano richieste da chi lo ritira o da chi lo smaltisce. Qualora invece il rifiuto abbia un codice CER che lo identifica come pericoloso sono necessarie delle valutazioni (anche di tipo analitico) atte a definirne le caratteristiche di pericolo secondo il sistema HP. Qualora infine il rifiuto presentasse un codice a specchio è necessario eseguire una valutazione analitica della composizione del rifiuto per sapere se questo contiene delle sostanze che conferiscono allo stesso una o più caratteristiche HP oppure se contiene dei POPs. Se l’analisi dovesse identificare la presenza di sostanze pericolose ovvero di POPs il rifiuto è da considerarsi pericoloso, mentre la loro assenza permetterebbe di trattarlo come non pericoloso.
Chi deve fare la caratterizzazione dei rifiuti?
La caratterizzazione dei rifiuti spetta al produttore che ne conosce il ciclo produttivo in base al quale può individuare il codice CER.
Come capire se un rifiuto è pericoloso?
Per capire se un rifiuto è pericoloso è necessario basarsi sul ciclo produttivo, che, come detto in precedenza permette di stabilire il codice CER. Se il codice CER è tra quelli che indicano rifiuti pericolosi (vengono identificati con un asterisco “*”) il rifiuto sarà pericoloso, al contrario non lo sarà. Esistono dei codici CER, definiti “a specchio”, per i quali esiste sia la versione che definisce i rifiuti come pericolosi (quindi asteriscata), sia la versione che definisce i rifiuti come non pericolosi. In questi casi è opportuno eseguire l’analisi di caratterizzazione del rifiuto senza la quale dovrà essere obbligatoriamente scelto il codice asteriscato (pericoloso).
Quando fare analisi rifiuti?
L’analisi dei rifiuti può essere eseguita per la caratterizzazione, per lo smaltimento o per il recupero. In fase di caratterizzazione l’analisi può rendersi necessaria per definire una o più caratteristiche di pericolo da HP1 a HP15 nel momento in cui il rifiuto ha un codice CER che lo identifica come pericoloso, oppure in caso di codici CER a specchio, per capire se il rifiuto debba essere considerato pericoloso o meno, valutandone il contenuto di sostanze in grado di attribuire la rifiuto una delle caratteristiche HP e POPs. In fase di smaltimento invece l’analisi potrebbe essere richiesta da chi ritira il rifiuto. Ad esempio, per il conferimento in discarica il D. lgs. n. 36 del 2003 (e s.m.i) definisce vari parametri da controllare a seconda del tipo di rifiuto e del tipo di discarica nel quale esso debba essere conferito. Per il recupero l’analisi viene eseguita per capire se il rifiuto presenta le caratteristiche definite dalle normative specifiche. Molto importanti in questo ambito sono le normative “End of Waste”. Infatti, i rifiuti che rientrano negli ambiti trattati da queste normative, una volta analizzati per assicurare il rispetto delle prescrizioni, “smettono di essere rifiuti” e diventano materie prime secondarie, quindi a tutti gli effetti una risorsa rivendibile dal produttore. È importante ricordare che, in ogni caso, è opportuno eseguire l’analisi dei rifiuti secondo quanto suggerito dalle “Linee Guida sulla classificazione dei rifiuti”, approvate con delibera del Consiglio SNPA n. 61/2019. Queste prevedono ad esempio che il campionamento sia effettuato secondo le specifiche indicate dalla norma UNI 10802:2013, quindi facendo un sopraluogo prima dell’intervento e redando un piano di campionamento che permetta di ottenere aliquote rappresentative del rifiuto stesso. A questo proposito Savi Laboratori & Service si propone come Laboratorio Accreditato Accredia sia per il campionamento secondo la norma UNI 10802:2013, sia per l’analisi dei principali composti richiesti per la caratterizzazione e dalla normativa dei rifiuti, compresa end of waste. (Es. TOC, TC, Cloro, Zolfo, Idrogeno, Amianto, Metalli, Potere calorifico, IPA, PCB, Diossine e furani, IRDP e IRDR, Idrocarburi, solventi e tutti i parametri richiesti sui test di eluizione per lo smaltimento in discarica). Oltre a campionamento e analisi Savi Laboratori & Service si occupa della redazione di documenti di valutazione ai fini della classificazione dei rifiuti e dell’ammissibilità in discarica. Savi Laboratori & Service è inoltre iscritta all‘Albo Nazionale Gestori Ambientali con numero di iscrizione MI47599, cat.8 classe E e fornisce servizi di intermediazione nella gestione dei rifiuti.
Contattaci telefonando allo 0376 663917 o compila il form sul nostro sito per maggiori informazioni o richieste di preventivo.